In risposta alla nota riportata sul quotidiano “La Provincia” il 17 giugno a pag. 5, diramata da Francesca Gazzina (FdI)

In risposta alla nota riportata sul quotidiano “La Provincia” il 17 giugno a pag. 5, diramata da Francesca Gazzina (FdI).

Conosciamo bene le critiche che, tutti gli anni, si riversano contro la manifestazione. Questo Comitato Cremona Pride non vuole però lasciarsi strumentalizzare.

Crediamo, infatti, che parlare di Pride solo ed esclusivamente in termini di “decoro” sia una strumentalizzazione volta a spogliare l’evento dei suoi significati socioculturali e della sua storia.
Crediamo fortemente che sia una strumentalizzazione anche verso i propri ascoltatori, sostenitori e verso la cittadinanza tutta, perché i rappresentanti di una società democratica dovrebbero cercare di analizzare i fenomeni che l’attraversano; dovrebbero restituire al pubblico un dibattito costruttivo che crei consapevolezza politica, che informi e che dia strumenti di comprensione.

Per questo troviamo irricevibile che alcune compagini politiche parlino unicamente di “tutelare la curia” o di “decoro” quando
nominano il Pride.
Dov’è, invece, l’attenzione per tutti gli innumerevoli messaggi di accoglienza e rivendicazione sociale della manifestazione? Non c’è.
E forse non c’è perché non si condividono gli stessi messaggi di inclusione, anzi apertamente li si osteggiano.<br<
Dov’è la preoccupazione per “la tutela o il decoro” quando le strade di Cremona e provincia sono teatro di omotrans*fobia e violenza, come nel caso della coppia gay aggredita a Casalmaggiore lo scorso anno solo perché esisteva pubblicamente mano nella mano?
Dov’è la preoccupazione per la tutela, quando le associazioni LGBTQIA+ e gli sportelli antidiscriminazione denunciano gravi e molteplici episodi di omotrans*fobia?
Dov’è questa preoccupazione quando assistiamo a discorsi insultanti da parte dei rappresentanti delle Istituzioni (sia politiche che religiose) come abbiamo avuto modo di ascoltare in più di
un’occasione, anche recentemente?

Perché non si è parlato di tutela e decoro in prima pagina (e per più giorni), quando negli scorsi anni abbiamo assistito ad omelie, in provincia di Cremona, in cui le persone omosessuali venivano raccontate come malate?
Chi è che si è preoccupatә per la nostra tutela quando diversi personaggi hanno deumanizzato, nel territorio cremonese, le nostre esistenze in comizi e incontri anti-LGBTQIA+?

Crediamo fortemente che un ambiente escludente e offensivo sia tanto “indecoroso” quanto una risposta – di qualsiasi tipo – a tale esclusione o offesa. L’omofobia, la copertura politica dell’odio, le continue strumentalizzazioni, la chiusura ad ogni tipo di dialogo e di riconoscimento dei diritti richiesti generano, in taluni casi, risposte controverse e provocatorie ma che non sono il fulcro unico della manifestazione dell’orgoglio queer. Anche il Pride, come qualsiasi altra grande manifestazione, risulta sfaccettata per motivi sociali, culturali, politici, ed è attraversata da tante individualità
diverse, alle volte addirittura in contrapposizione all’evento stesso.
È proprio per questo che abbiamo più e più volte invitato le realtà del territorio a confrontarsi con noi, nel percorso verso il Pride, per dare risposte politiche consapevoli. I nostri manifesti e i nostri comunicati parlano chiaro sulle intenzioni e sulle modalità organizzative del corteo. Chi ha condiviso con noi questa strada sa
che ci siamo sempre e solo focalizzatә su un percorso di consapevolezza politica sui temi del Pride.
Come Comitato Pride 2024 il nostro obiettivo è dare a Cremona la possibilità di partecipare a un evento collettivo e plurale importante per ogni comunità LGBTQIA+.
Importante perché è memoria storica di lotte per la sopravvivenza contro la criminalizzazione e la patologizzazione delle nostre esistenze (storia che i/le rappresentanti delle Istituzioni dovrebbero conoscere). Importante perché infrange le barriere dell’indifferenza e dell’invisibilizzazione, dando alle persone queer la possibilità di esistere pubblicamente in uno spazio che ancora oggi è troppo spesso ostile.<
Importante perché mostra con gioia, entusiasmo,
libertà, il pluralismo delle esistenze e dei diritti connessi all’autodeterminazione di ogni persona. Importante perché è anche manifesto di rivendicazioni sociali volte al raggiungimento di una società più giusta – come dovrebbe garantire la nostra stessa Costituzione antifascista spesso travisata negli articoli 2, 3 e 4 in cui si parla di diritti inviolabili, autodeterminazione e dignità sociale, solo per citare alcuni tra i meravigliosi ideali presenti nella nostra
carta costituzionale.
Questo è ciò che promuoviamo e che la stragrande maggioranza dei manifestanti condividerà. E questo è ciò che, a nostro avviso, la politica e il giornalismo dovrebbero mostrare sulle prime pagine dei giornali.

Al 6 luglio,
Comitato Cremona Pride